ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI ITALIANI
ERETTA AD ENTE MORALE IL 10/01/1950 DPR N. 368
SEZIONE DI UDINE ODV
“Sergio Casco IV3SGH”
MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR CIVILE - CITTADINANZA ONORARIA COMUNE DI MAJANO
Codice Fiscale: 80024340301
I Radioamatori sono persone che hanno l’hobby dell’elettronica e della radio. Svolgono collegamenti via etere
utilizzando apparati commerciali ma anche autocostruiti e sperimentano appunto circuiti e apparecchiature talvolta
progettate e realizzate in maniera interamente autonoma.
La legge indica l’attività di Radioamatore quale scambio in linguaggio chiaro o con l’uso di codici internazionalmente
ammessi, con altri radioamatori autorizzati, di messaggi di carattere tecnico riguardanti esperimenti radielettrici a
scopo di studio e di istruzione individuale.
Va da se quindi che il Radioamatore sia una persona che intende approfondire lo studio, in qualche modo più diretto e
immediato, del mondo delle radiocomunicazioni e dell’elettronica ad esso strettamente correlata.
Nel fare ciò lascerà, per quanto possibile da parte, strumentazione eccessivamente commerciale, che pur
permettendo la comucazione tra individui in modo sicuramente più semplice, non permette certamente di capire quali
siano i meccanismi che la rendono possibile.
Di fatto il semplice studio dei principali fenomeni che coinvolgono non soltanto le apparecchiature elettroniche, ma
anche più strettamente il nostro stesso pianeta, portano subito all’interno di
esperienze suggestive di non facile spiegazione a coloro che ancora non
conoscono più da vicino le leggi e la quantità di elementi che intervengono
durante un apparentemente semplice collegamento radio.
I Radioamatori svolgono il proprio operato collegando in modo casuale altri
radioamatori presenti in ogni parte del mondo, che si calcola possano aggirarsi
intorno ai 4 milioni di individui. In Italia sono circa 40.000.
Sono anche chiamati a compiere operazioni di Protezione Civile sempre tesi a
garantire i collegamenti radiofonici tra località isolate, squadre di volontari,
Prefetture e altri presidi appositamente insediati per le emergenze.
Via A.Diaz,58 - 33100 Udine - tel. 0432 299304 - fax 06 233244857 - e-mail: ariudine@ariudine.it - pec: ariudine@pec.it
Come si diventa radioamatori
Per divenire radioamatori è necessario sostenere una vera e propria sessione d’esame, in quanto il
Ministero delle Telecomunicazioni desidera verificare il grado di preparazione dei singoli aspiranti.
L’esame si compone di una prova teorica a quiz, basata sui circuiti radioelettrici, sul loro calcolo, sulle
normative e su altre materie strettamente legate alle radiocomunicazione e su una sommaria
conoscenza di alcuni principi di CW (Codice Morse)..
Il superamento di detta prova consente al novello radioamatore di ottenere l’autorizzazione a
trasmettere su tutte le gamme riservate al Servizio di Radioamatore . Nella gamma delle onde corte è
possibile effettuare collegamenti diretti in tutte le parti del mondo (propagazione permettendo) mentre
utilizzando le bande più alte (con l’eccezione della banda dei 50 Mhz) i collegamenti sono, come si suol
dire, "a vista" e per poter raggiungere località distanti è necessario utilizzare satelliti amatoriali appositamente lanciati, con tutto
quello che ne consegue cioè utilizzo di antenne particolari spesso attrezzate con motori che consentono l’inseguimento dei satelliti.
Gli esami si tengono normalmente due volte all’anno presso la sede regionale del Ministero delle Telecomunicazioni, in Friuli
Venezia Giulia presso la sede di Trieste.
Il superamento dell’esame da diritto al rilascio della Patente di Radioamatore, che consente di trasmettere presso Stazioni di
Radioamatore già autorizzate. Per la costituzione di una propria stazione è necessario richiedere l’autorizzazione all’installazione
della stessa. L’autorizzazione è valida per dieci anni ed è rinnovabile.
Ai fini del superamento dell’esame, la Sezione dell’ARI di Udine ogni anno propone dei corsi di preparazione serali durante i quali si
ha modo di confrontarsi con i propri amici e colleghi aspiranti e radioamatori veri e propri.
Libri di riferimento
Esistono in commercio alcune pubblicazioni che probabilmente si trovano in quasi tutte le librerie dei Radioamatori Italiani. Uno di
questi è Radiotecnica per Radioamatori di Nerio Neri I4NE edizioni C & C – edizioni radioelettriche, un manuale che contiene le basi
e alcuni esercizi necessari alla verifica del proprio stadio di preparazione.
Un’altra pubblicazione dello stesso autore è La Patente di Radioamatore - 10 anni di temi d’esame – Temi svolti che sono stati
oggetto di esami per il conseguimento della patente di radiooperatore.
I libri in questione si trovano nelle principali librerie.
La Patente di Radioamatore e l' Autorizzazione di esercizio di Stazione
Per conseguire la patente di radioamatore è necessario compilare e inoltrare l’apposita domanda al competente Ispettorato delle
Telecomunicazioni competente per il territorio in questione. Per il Friuli Venezia Giulia è possibile scaricare i moduli dal sito web
dell'Ispettorato al seguente indirizzo:
http://dipartimentocomunicazionifvg.jimdo.com/
Una volta superato l'esame di conseguimento della patente si dovrà inoltrare la domanda per ottenere l' Autorizzazione di esercizio
di stazione.
I moduli si trovano sul sito indicato sopra.
Le Radio
Diversi sono gli apparati utilizzati dai radioamatori per l’effettuazione dei fatidici collegamenti che costantemente inseguono durante
la loro carriera.
Partendo dalle gamme di frequenza più basse si può come di seguito elencare le principali caratteristiche:
Banda dei 137 Khz.
La banda dei 137 Khz. Ovvero la banda per eccellenza delle onde lunghissime o VLF Very Low Frequency, è stata da poco
autorizzata nell’uso ai radioamatori italiani. In questa banda i segnali possibili sono esclusivamente di tipo Morse o CW. Cioè con
modulazione a nota. Non è possibile pertanto modulare in trasmissione una voce, (in fonia) in quanto la larghezza di banda non è
sufficiente a garantire la comprensibilità del segnale trasmesso.
Per questa banda gli apparati sono genericamente di tipo autocostruito. Non ci risulta infatti che esistano già in commercio apparati
commerciali. E’ una banda particolare che consente distanze limitate, ma che ha il fascino di una frequenza nuova, tutta da studiare,
nel comportamento e nei risultati che permetterà.
Per poter trasmettere comunque sono necessarie antenne piuttosto lunghe di tipo filare mentre e la potenza effettivamente irradiata
è estremamente limitata dalla limitata efficienza delle antenne stesse che sono consentite e dall’assorbimento dell’ambiente
circostante. A titolo di esempio si dirà che i segnali digitali trasmessi dalle stazioni campioni di tempo (ad esempio il DCF 77 che
trasmette appunto a 77 Khz. dalla Germania) emettono segnali con una potenza di parecchie centinaia di kilowatt per poter essere
ricevute dai nostri piccoli orologi "atomici" che si basano per il funzionamento proprio su queste emissioni.
Banda delle onde corte da 1.8 a 30 Mhz.
Entro questa gamma di frequenze, esistono diverse finestre in cui è possibile, per un radioamatore, trasmettere e ricevere segnali di
scambio di dati e in fonia. Il tipo di emissione può essere generalmente in SSB (Single Sided Band) ovvero a banda laterale. Trattasi
di un tipo di modulazione alla quale sono state volutamente una parte delle emissioni che caratterizzazano il segnale principale
emesso dal trasmettitore. Queste parti vengono in qualche modo ricostruite dal ricevitore che è così in grado di analizzare i segnale
in ingresso per poter decodificare l’informazione in esso contenuta.
In questo modo è possibile risparmiare potenza e ottenere così la possibilità di effettuare collegamenti a più alta distanza. Gli
apparati utilizzati per questo genere di collegamenti sono generalmente commerciali data la complessità della costruzione, ma è
possibile realizzare apparati altrettanto validi anche in autocostruzione.
Le antenne richieste per queste gamme di frequenza possono essere di tipo verticale o filare o meglio di tipo direttivo.
Le potenze massime ammesse in Italia raggiungono i 300 watt. ma già con potenze notevolmente inferiori in particolari condizioni di
propagazione è possibile raggiungere gli antipodi della terra mediante riflessione dei segnali radio grazie a particolari condizioni
ionosferiche che consentono di raggiungere distanze elevatissime mediante l’effettuazione di balzi tra la superficie terrestre e gli
strati elevati dell’atmosfera terrestre. Tutto ciò in funzione delle macchie solari e dell’attività della nostra stella in genere.
Banda dei 50 Mhz.
Di recente è stato autorizzato l’uso di questa banda anche ai radioamatori dotati di patente speciale (quelli che non hanno effettuato
o superato la prova di CW, ma che hanno superato l’esame teorico). In questa banda particolare valgono le considerazioni di cui al
punto precedente, con la precisazione che è possibile con una certa facilità costruttiva, realizzare transverters che, collegati ad
apparati che trasmettono e ricevono su gamme diverse, preferenzialmente sulla banda delle onde corte, è possibile farli funzionare
sui 50 Mhz.
Generalmente le antenne per la banda dei 50 Mhz. Sono di tipo direttivo, anche se possono essere utilizzate quelle verticali con una
certa limitazione in fatto di risultati ottenuti.
Banda dei 144 Mhz.
La banda dei 144 Mhz. È una banda piuttosto versatile che consente di utilizzar modi molto diversi di trasmissione, ad esempio CW,
SSB fonia e CW, modulazione di frequenza. E’ la gamma per eccellenza in cui è più utilizzato il packet, ovvero segnali digitali per
consentire di collegare particolari stazioni gestite da un computer che funge da banca dati.
Per questa banda sono diffusissimi gli apparati portatili utilizzati per la maggior parte in fonia a modulazione di frequenza. Su questa
banda vengono effettuate le trasmissioni di emergenza in caso di calamità per collegamenti locali.
Inoltre in questa banda sono presenti i ponti ripetitori, che consentono collegamenti in fonia da quasi tutte le parti della Regione.
Le antenne per questa banda sono le più diverse. Dalle piccole a gommino, presenti sugli apparati portatili a quelle direttive a 20 e
più elementi, necessarie per collegamenti mediante riflessione sulla superficie lunare.
Le tecniche e le tecnologie sono quindi le più diverse in questa banda utilizzatissima per gli usi più diversi.
Le potenze in uso vanno da pochi milliwatt a 500 watt.
Banda dei 430 Mhz.
In questa banda valgono un po’ le considerazioni citate per la banda dei 144 Mhz. Anche se è un po’ meno diffuso l’utilizzo. La
propagazione in questa gamma è più ostacolata dagli ostacoli fisici (colline palazzi ecc.) e i fenomeni di riflessione sono meno
frequenti, quindi più difficili da sfruttare.
In questa banda le antenne utilizzate partono dalle collineari (antenne verticali allungate) e raggiungono le direttive con un numero di
elementi molto elevato. Talvolta vengono usate anche le antenne paraboliche.
Banda dei 1200 Mhz e seguenti.
Da qui in poi, esistono finestre di frequenza che raggiungono le microonde, ovvero le frequenze utilizzate dai telefonini e anche più
elevate. In questa gamma di frequenze diventa sempre più necessario fornirsi di strumentazione e apparati particolarmente
sofisticati. Stranamente proprio per queste frequenze diviene spesso necessario realizzare apparati autocostruiti. Le tecnologie a
disposizione e i progetti per questo genere di trasmissioni esistono in gran quantità, diviene però indispensabile l’utilizzo di
particolari attrezzature e materiali non sempre dispobili facilmente come tornio e blocchi di alluminio. Le antenne sono sempre più
spesso direttive ma più frequentemente di tipo paraboloide.
Le potenze ammesse sono molto più basse, si parla di pochi watt a volte di milliwatt.
Il CW o alfabeto Morse
Il 24 maggio 1844 tra Washington e Baltimora, per mano di Samuele Morse, avvenne il primo collegamento telegrafico utilizzante il
Codice Morse o CW tra i radioamatori. Da quel giorno molte cose sono cambiate, ma il codice morse rimane ancora utilizzato in
molti ambienti radio non soltanto amatoriali. Di fatto la stessa invenzione di codifocare l'alfabeto in punti e linee gettò le basi per
diversi tipi di modulazioni di segnali successivamente realizzate tra cui la RTTY ovvero radiotelescrivente, altro tipo di codifica
utilizzato ancora oggi sia per utilizzi radioamatoriali che professionali.
Come sopra accennato il codice morse si avvale di una serie di punti e linee per indicare la corrispondente lettera dell'alfabeto o il
corrispondente numero. Esistono anche opportune abbreviazioni utilizzate universalmente per limitare la lunghezza delle parole da
trasmettere, ad esempio QSL = OK ricevuto, oppure QRT = fine della trasmissione o anche QSY = spostarsi su un'altra frequenza.
La principale caratteristica che rende il codice morse ancora utilizzabile è che per la sua trasmissione e la conseguente
comprensibilità della stazione ricevente sono necessari in maniera limitata due parametri particolarmente importanti nell'ambito delle
radiocomunicazioni. Nel dettaglio la larghezza di banda utilizzata può essere limitatissima, e quindi consentire in linea di principio un
numero di canali, ovvero trasmissioni contemporanee, notevolmente superiore rispetto alla fonia. Inoltre dato il tipo di trasmissione
la potenza necessaria per rendere comprensibile il segnale in ricezione diviene notevolmente inferiore rispetto alla fonia, rendendo
così possibili collegamenti a lunghissima distanza con potenze praticamente irrisorie. Inoltre si utilizza questo codice anche per
collegamenti tra stazioni a terra e sottomarini in frequenza VLF Very Large Frequency, tipo di emissione che richiede antenne
lunghissime e potenze enormi, ma che consente altresì di attraversare, entro certi limiti, elementi fisici come l'acqua degli oceani e
strati di roccia. Esistono di fatto ricetrasmettitori che consentono le comunicazioni anche sottoterra, venivano talvolta usati dai
minatori e dagli speleologi.
Il servizio di QSL
Tra i radioamatori lo scopo principale è naturalmente quello delle comunicazioni a distanza servendosi di apparati commerciali e
autocostruiti. Certamente realizzare un contatto mediante ponti ripetitori all'interno di una tratta lunga anche un centinaio di
chilometri pur se possibile, non è lo stesso che eseguire un contatto in via diretta, magari sulla distanza di migliaia di chilometri. Tra
le varie passioni dei radioamatori vi è appunto il DX, ovvero collegamento a lunga e lunghissima distanza, per intenderci fino agli
antipodi del nostro pianeta. Capita così che dopo un bel collegamento con un'altro collega, la cui stazione sia posta in un'altra
nazione, un'altro continente, ovvero addirittura appunto agli antipodi, diventi utile e talvolta indispensabile, poter confermare
l'esecuzione del contatto mediante una cartolina postale, spesso personalizzata nella grafica a cura dello stesso radioamatore,
all'interno della quale si precisi la data, l'ora del collegamento, la frequenza utilizzata, il nominativo dell'inviante e il suo nome e
indirizzo. Queste cartoline vengono chiamate QSL, ovvero messaggio di conferma. Il nome delle cartoline è tratto da una serie di
abbreviazioni utilizzabili in CW ma anche in fonia, per evitare di dilungare eccessivamente i messaggi scambiati tra i due colleghi
durante il contatto: QSL infatti significa OK ricevuto correttamente.
Le associazioni dei radioamatori di quasi tutto il mondo, forniscono ai propri soci un servizio di spedizione delle QSL evitando così le
spese postali diversamente necessarie. Normalmente il servizio di trasmissione delle QSL, è un servizio gratuito per tutti i soci
dell'associazione.